Notizie ed appuntamenti

NOTIZIE ED APPUNTAMENTI

Friday, August 25, 2006


in collaborazione con il comune di Cortemilia (CN)
presenta
RESISTENZE CONTEMPORANEE
27 agosto – 10 settembre 2006
RASSEGNA RESISTENZE
Giovedì 7 settembre – ore 21 Chiesa di San Francesco
La tana della iena, dall’omonimo romanzo di Hassan Itab con Carlo Orlando

venerdì 8 settembre – ore 21 Chiesa di San Francesco
I sentieri dell’odio di e con Paolo Li Volsi


18° SEMINARIO DI NARRAZIONE NARRAMONDO
Lavoro intensivo su testimonianze e racconti sulla Resistenza rivolto ad attori professionisti. La Resistenza Partigiana in Italia e le Resistenze contemporanee

Domenica 10 settembre - ore 21 Ecomuseo dei Terrazzamenti Monte Oliveto
Presentazione dei lavori svolti durante il seminario





Comunicato Stampa

L’associazione narramondo in collaborazione con il Comune di Cortemilia è lieta di presentare il progetto Resistenze Contemporanee: presso l’ecomuseo dei terrazzamenti di Monte Uliveto da sabato 27 agosto a domenica 10 settembre si svolgerà il 18 seminario di narrazione narramondo, il paese ospiterà attori professionisti impegnati in una ricerca di teatro di narrazione sul tema Resistenze e culminati in tre serate di spettacoli teatrali (Rassegna Resistenze).

Per far conoscere il lavoro svolto precedentemente da narramondo andranno in scena, presso la chiesa di San Francesco alle ore 21, giovedì 7 settembre La tana della iena, dall’omonimo romanzo di Hassan Itab con Carlo Orlando e venerdì 8 settembre – ore 21 I sentieri dell’odio di e con Paolo Li Volsi.

Per dare visibilità allo studio compiuto in loco la presentazione del lavoro svolto all’interno del seminario di narrazione Resistenze previsto domenica 10 settembre presso L’ecomuseo dei Terrazzamenti.

L’Associazione Narramondo, fondata nel luglio del 2001, dopo i fatti di Genova nasce dall’esigenza e dall’urgenza di portare in scena le ferite del tempo presente prima con lo studio e la ricerca attraverso laboratori e seminari con attori professionisti, poi con gli spettacoli. Raccontare il presente nelle sue manifestazioni tragiche perché è nel recupero del tragico che narramondo ritrova lo spazio teatrale più fertile artisticamente e più utile socialmente.

L’incontro di narramondo con il comune di Cortemilia è avvenuto durante stesura dello spettacolo IL FIUME RUBATO (tratto dal libro edito da Stampa Alternativa Cent’anni di veleno. Il caso ACNA l’ultima guerra cvile Italiana di Alessandro Hellmann) con Andrea Pierdicca regia di Nicola Pannelli (direttore Artistico narramondo).

ASSOCIAZIONE CULTURALE NARRAMONDO
Via delle Comunanze 1847 - 50030 Vaglia (FI)
www.narramondo.it
Lisa Raffaghello
Organizzazione e narramondo
cell. 333 6132594
tel e fax 0143 468014
RESISTENZE CONTEMPORANEE
E’ composto dalle seguenti iniziative:

-Rassegna resistenze: la prima e l’ultima produzione narramondo (presentato in anteprima) a tema Resistenza contemporanee: due spettacoli per far conoscere il lavoro svolto. (Foto ad alta risoluzione dello spettacolo la tana della iena scaricabili su www.narramondo.it/foto_patalogo/ )

-18 seminario di narrazione per attori professionisti: il comune per 15 giorni darà ospitalità a tutti coloro che partecipano al seminario narramondo mettendo a disposizione i locai dell’ecomuseo dei terrazzamenti. Per dare visibilità allo studio compiuto in paese la presentazione, domenica 9, del lavoro svolto durante il seminario.
(Locandina ad alta risoluzione su http://www.narramondo.it/cortemilia/)

Narramondo, il Comune di Cortemilia e le Resistenze Contemporanee

Narramondo è un’associazione di persone che hanno deciso di portare in teatro le ferite del tempo presente. E’ nata nel luglio del 2001 a Genova. Da allora ha seguito percorsi di ricerca in varie direzioni con il fine di portare al pubblico, - in teatro e altrove- la voce “irricevibile” di popoli oppressi, sotto occupazione, di gente “fuori margine” e della loro bellezza. Raccontiamo in quadro tragico - così distante dal nostro melodramma - le resistenze irachena, palestinese, cecena, in breve dei popoli in lotta, la resistenza partigiana - la nostra genesi dimenticata - al nazifascismo. Dimoriamo nella tragedia contemporanea e lo facciamo essendo per metà dei turisti dell’orrore e per metà testimoni del dolore e della lotta. Della lotta va ripetuto! Amiamo chi resiste e combatte. Nonostante la vita rubata, il dolore e le piaghe, i resistenti sfoderano un’allegra insolenza che sfida i sistemi, gli uomini responsabili della miseria.

Ecco perché l’incontro con la storia del fiume rubato, del Bormida, della gente che sta lì, che ci ha vissuto e che ci vive. Ecco da dove scaturisce la sintonia con Hellmann e Pierdicca. Ecco perché siamo andati sul luogo a vedere, sentire, annusare, e abbiamo deciso di si: facciamolo insieme. Quando Andrea ci ha proposto di collaborare al progetto, l’idea ci ha coinvolto dapprima per amicizia verso di lui, una specie di debito - lui non lo sa - da pagare a scatola chiusa. Insomma abbiamo accettato di lavorare con lui senza quasi sapere su cosa. Perché è vero che le storie sono importanti ma va detto che altrettanto importanti sono i percorsi, le scelte, che nel tempo fanno gli attori. Importanti, determinanti. Il teatro “civile” – quest’aggettivo comincia veramente a puzzare – si vorrebbe che fosse un filone tra i vari filoni, una scelta tra tante possibili dagli scaffali del teatrosupermercato. Ed è proprio così, nella realtà. Viene considerato proprio così da chi lo propone, da chi lo produce e trasforma, da chi lo mette in circolazione e da chi lo sistema, da chi lo consuma. Sicchè, alla fine della fiera, il contenuto, cioè “la storia”, fanno la fine del caffè zuccherato. In un contesto del genere, se il “teatro civile” comincia a viaggiare come prodotto, se vende, ecco una schiera di nuovi offerenti, che ieri hanno girato una pubblicità per la telefonia e oggi vi parlano di mari inquinati. Il tempo, le sue lancette, parla per tutti. Le scelte sono importanti.

Andiamo avanti. Andrea ci fa leggere la prima stesura del testo di Hellmann, e il sasso è lanciato. Si parte. Ci si incontra, si parla, si ascolta. Andiamo a vedere sul posto. Preleviamo campioni d’umanità, ancora e sempre avvelenati, inquinati. Poi una nuova stesura. Facciamo delle fotografie ma i volti e i luoghi, li devi per forza ascoltare, la ghigna dei ricordi rabbiosi è sempre attaccata alle facce. Una nuova stesura. Hellmann non scrive soltanto. Suona e dipinge e scolpisce e diverte. Ma non sgarra su numeri e dati e riscontri e verifiche e nomi e particolari di varia natura. Perché? Per serietà? Sì, come no. Ma soprattutto perché la battaglia contro la Fabbrica degli appestanti e i suoi Fabbricanti, è avvenuta anche sui dettagli più imi. Sugli atomi con i cavilli. Come a dire che mentre la gente – cioè gli operai e la popolazione – da una parte sputava, pisciava e cagava l’arcobaleno dei coloranti fino a morirne e dall’altra soffocava nel nero del tutto fino a scoppiarne, l’avvocatura d’industria diminuiva le cifre, e faceva i suoi calcoli viste le tabelle A B C, i tabulati Q e R, e rimandava, e diluiva. Ci sarebbe da ridere molto, se non fosse che c’è poco da ridere.

E’ una storia assassina Fa parte di un genere che è diventato quasi una scuola: dirigenti d’industria disinvolti e con il sorriso dell’idiozia, amministratori delegati campioni d’incasso al fenolo, sindacalismi sofferti, e allineati, connivenze di borsa e ciniche speculazioni sulla pelle degli altri, uomini, donne, anziani, bambini, paesi. Non facciamo per generalizzare ma gli appassionati del genere capiscono al volo. Si parla di morte come prodotto e marchio di fabbrica, come ideologia del potere. Lo sai e lo senti – ce l’hai sempre e tuttora davanti l’esempio!- che certi idioti malati di banalità, portano morte. Detto questo per farci capire sommariamente non si può che festeggiare, se pur in silenzio la chiusura dell’ACNA – visto che l’ENI l’ha semplicemente esportata - e in ultima istanza rimanere commossi dalla tenacia, dalla tenuta, dalla costanza, dalla bellezza dei “resistenti” di quella valle della provincia di Cuneo. Questa storia è la loro.

Nicola Pannelli – Direttore artistico narramondo Da Cant’anni di Veleno di Alessandro Hellmann Ed Stampa Alternativa, 2005

RASSEGNA RESISTENZE

La tana della iena, dall’omonimo romanzo di Hassan Itab con Carlo Orlando


Lo spettacolo: E’ Hassan che ci parla dal carcere romano in cui è rinchiuso. Lo seguiamo in un viaggio a ritroso nel tempo, un viaggio che parte da quella bomba lanciata in via Bissolati che gli è costata diciott’anni di prigione, passa per la scuola militare, iniziata a nove anni, e si spinge indietro fino all’infanzia trascorsa nel campo profughi di Sabra e Chatila, dove nel 1982, grazie alla copertura dell’esercito israeliano, i falangisti uccisero sua madre e i suoi fratelli, insieme a migliaia di altri palestinesi.

Il testo e l’autore: nato nel campo profughi di Chatila da una famiglia di Gerusalemme costretta a fuggire dal 1948, nella strage del 1982 perde sua madre, sua sorella e due suoi fratelli, Fadi quattordicenne e Ahmed di appena un anno e mezzo. Così, a nove anni è pronto entrare nella scuola militare e diventare Figlio del Leone. Poco dopo, suo padre muore in un'imboscata. Nell'Europa dei grandi, ci arriva quindicenne, non conoscendo né lingua né luoghi, ma è pronto per compiere un attentato ad un ufficio delle linee aeree britanniche a Roma, in via Bissolati. Subito dopo viene arrestato e detenuto prima a Casal di Marmo, poi nel carcere minorile a Rebibbia. Qui incontra altre storie, altri ragazzi che si trovano lì ma per motivi diversi dai suoi, con una cultura e una religione differenti. In carcere impara e leggere e a comincia a scrivere, per raccontare la sua storia.

Il Narratore dice: Il mondo in cui viviamo non soltanto è rigidamente diviso in buoni (noi) e cattivi (gli altri), ma inibisce, impedisce, qualsiasi narrazione che si discosti da questa suddivisione. Dare voce all’altro vuol dire allora provare ad uscire da questa gabbia. Raccontare “La tana della iena” rappresenta una doppia sfida. Una sfida per il narratore, che deve vincere il disagio di raccontare una storia scomoda, la storia di un terrorista. Una sfida per l’ascoltatore-spettatore, che viene messo, grazie alla narrazione secca e mai compiaciuta, davanti ad una storia che lo porta a mettere da parte i suoi pregiudizi.

Carlo Orlando, nato a Novi Ligure (AL) il 17/11/1978, è tra i soci fondatori narramondo.
Frequenta la scuola di recitazione dello Stabile di Genova. Lavora con diversi teatri: Teatro Stabile di Genova, Teatro Stabile di Bolzano, e con i registi Valerio Binasco (“Il Gabbiano”), Fausto Paravidino, (Natura morta in un fosso), Giampiero Rappa (Gabriele). Per La radio “Messaggi” di Fausto Paravidino. Per il cinema con Cristina Comencini in Carlo Giuliani Ragazzo, ha scritto e interpretato, insieme a Fausto Paravidino e Iris Fusetti “Texas”, Fandango 2005, presentato nella sezione Orizzonti alla 62° edizione della mostra del cinema di Venezia. Con narramondo è anche “Sabra e Chatila”

Foto ad alta risoluzione scaricabili su www.narramondo.it/foto_patalogo/



I Sentieri dell’Odio, di e con Paolo Livolsi

C'erano anche degli italiani a combattere nella giungla in Laos, pochi anni prima che imperversasse la guerra del Vietnam. Uno di questi era Vitaliano. La sua è una storia spaventosamente affascinante e commovente, è la storia dell'orrore visto attraverso gli occhi di un bambino, che crescendo sente maturare dentro di sé la voglia di riscatto. E' una vicenda che va raccontata sia per il suo valore storico, perché racconta la resistenza di due paesi lontani, che avrà un epilolgo differente; sia per il suo valore umano, la ricerca di affermare la propria esistenza e di far sentire la propria voce, quando la società ti impone l'esatto contrario; sia, infine, un valore simbolico riferito a tutte quelle persone che al giorno d'oggi vivono una condizione di repressione e lottano ogni giorno per affermare la propria dignità.

Paolo Li Volsi
Nato a Palermo il 20 settembre 1980 è diplomato alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova. Ha lavorato con Massimo Mesciulam (Enrico V, W.Shakespeare, Mercator, T.M.Plauto) Anna Laura Messeri (Sarto per signora di G.Feaydeau, La Vittoria, L.Anagnoustaki,) e Marco Sciaccaluga (Un Posto Luminoso Chiamato Giorno, T.Kushner). Dal 2005 è nella compagnia Narramondo.


18° SEMINARIO DI NARRAZIONE NARRAMONDO
Raccontare una storia è un modo per raccontare se stessi. Raccontando una storia ci si trasforma. Si parte senza bagagli verso una meta da sogno che sta da qualche parte fra chi racconta e chi ascolta. Senza scendere nei particolari della tecnica del ritmo e della respirazione, il nostro lavoro sulla narrazione non è un metodo o un sistema bensì un allenamento. Consiste nel mettere il narratore nelle condizioni ottimali per entrare nel flusso della storia e portarci chi ascolta. Si tratta innanzitutto di un gioco, spesso di squadra, di cui vanno conosciute poche ferree regole. Ferree perché paradossalmente sono il vero veicolo per la propria libertà narrativa. Frutto della collaborazione di Nicola Pannelli con Valerio Binasco e Cristina Pezzoli, questo modello recitativo costituisce senza dubbio una novità.
Qual è in sintesi il percorso che facciamo compiere al narratore?
Testo. La scelta del racconto è la prima tappa. Interiore. Che sia un monologo, una favola, una lettera, una storia, un saggio o quant’altro, il narratore ci legge prima di tutto se stesso. Ne viene attratto. Ha il bisogno e l’urgenza di darne testimonianza.
Memoria. Mettere a mente il testo. Così, come l’elenco del telefono. Senza pregiudizi. Senza toni. Cioè, nessuna recitazione.(fortemente indicato arrivare con il testo a memoria)
Tecnica. Con l’uso del metronomo e di una respirazione “narrativa”, chi racconta si proietta verso l’esterno, la sua concentrazione è verso l’esterno, costruisce davanti a sé il set cinematografico dove viene girata la sua storia. E’ nei suoi occhi che avviene la proiezione del film.
Flusso. Ecco la parte imponderabile del lavoro. Ciò che potrebbe succedere oppure no. Il volo. Entrato, o meglio, abbandonatosi al flusso (fiume che scorre), il narratore diventa qualcosa, si trasforma.
Guida. Da fuori, in ascolto, seguiamo. Ci sono giochi che intervengono, affiancandosi al lavoro. Giochi che sostituiscono, a volte, le parole con lo scopo di collocare meglio l’attenzione di chi racconta. In generale, guidiamo delicatamente cercando gli stimoli lì per lì. Gli imput intuitivamente più giusti per ogni narratore.
Le aree di indagine sono principalmente i testi scritti dai protagonisti stessi della lotta di resistenza: da scegliere, in accordo con Nicola Pannelli, un brano dei seguenti testi:
Hassan itab La tana della iena Ed. Sensibili alle foglie
Vitaliano Ravagli e Wu Ming Asce di Guerra Einaudi
Nuto Revelli La guerra dei poveri Einaudi
Lettere di condannati a morte della resistenza italiana Einaudi
ALTRE TESTIMONIANZE DISPONIBILI SU RICHIESTA

A discrezione di ogni partecipante è la scelta di una di queste opere. E’ possibile scegliere tra portare un testo completo di almeno 15 minuti oppure ridurre e rielaborare una delle storie indicate ad un testo di venti minuti, sul quale verrà poi svolto il lavoro tecnico-narrativo con i partecipanti al laboratorio. Indicativamente tra lavoro di gruppo e lavoro singolo si prevedono 8 ore di lavoro al giorno. Al termine del seminario è’ prevista una presentazione del lavoro aperta al pubblico.



Altre informazioni su narramondo


tratto da Cent’anni di Veleno di Alessandro Hellmann
con Andrea Pierdicca
musiche di Alessandro Hellmann e Yo Yo Mundi
luci Federico Canibus
organizzazione Lisa Raffaghello
regia Nicola Pannelli
narramondo

“Hai mai visto Bormida? Ha l’acqua color del sangue raggrumato, perché porta via i rifiuti delle fabbriche di Cengio e sulle sue rive non cresce più un filo d’erba. Un’acqua più porca e avvelenata, che ti mette freddo nel midollo, specie a vederla di notte sotto la luna.”
Beppe Fenoglio Un giorno di fuoco


Lo spettacolo. L’incredibile e travagliata storia della Val Bormida e dell’ACNA di Cengio: la nascita della fabbrica, le lotte degli abitanti della Valle contro l’inquinamento, il rapporto con il versante ligure, la sua inevitabile unione con la storia dell’industria chimica nazionale, la sua chiusura. Tra ricordi d’infanzia e situazioni in bilico tra il drammatico e il grottesco, si snocciola una storia epica e struggente di battaglie, di mobilitazioni, di conflitti tra il mondo contadino e il mondo dell'industria, di interessi e convenienze politiche, di zone frazionate in maniera illogica, di collusione tra poteri più o meno occulti. Per capire e riscoprire la capacità di indignarsi.

L’autore dice: “Quella dell’ACNA e della Val Bormida è una storia di inquinamento selvaggio, di umanità e natura calpestate, ma anche una meravigliosa testimonianza di mobilitazione civile (e in seguito istituzionale) per la Rinascita di un intero territorio secondo un’idea di sviluppo alternativo, da costruire sulla valorizzazione della cultura, delle risorse e delle tradizioni locali. L’opera offre una visione esaustiva ed oggettiva su una vicenda importante nella storia recente del nostro paese (e nell’evoluzione socio-economica del Piemonte e della Liguria in particolare) e al tempo stesso si propone come commemorazione dei personaggi - e soprattutto delle persone - che ne sono stati protagonisti nell’arco di oltre un secolo.”

Il testo in fase di scrittura ha già interessato diverse testate giornalistiche e ha già raccolto importanti riconoscimenti, in quanto brani da esso estratti hanno vinto il “Premio III Millennio” istituito da Fara Editore e hanno ricevuto una menzione speciale al “Premio Les Nouvelles” bandito da Prospettiva Editrice. La stesura è stata realizzata attraverso un minuzioso lavoro di documentazione (libri, articoli, diari inediti, relazioni, avvisi di reato, documenti, audiovisivi, filmati di repertorio...), di analisi e di approfondimenti sul campo durato oltre un anno. Un prezioso supporto è stato offerto dall’Associazione Valbormida Viva e dal Centro di Documentazione Patrizio Fadda, dall’Associazione per la Rinascita della Valle Bormida, dalla Comunità Montana Langa delle Valli, dall’Associazione Lavoratori Acna e da tutte le persone che attraverso la loro testimonianza hanno permesso una ricostruzione esatta degli eventi e delle passioni che li hanno animati.

La Storia. L’Acna nasce nel 1882 come dinamitificio a Cengio, in provincia di Savona, a pochi metri dal confine con il Piemonte. Sulla localizzazione dell’industria - politicamente strategica - influiscono la disponibilità di acqua (il fiume Bormida) e di manodopera a basso costo, l’accessibilità dal porto di Savona attraverso una via di comunicazione presidiata da fortificazioni e la difficile praticabilità del versante piemontese. In breve l’Acna diviene la principale industria della zona, arrivando ad occupare fino a 6.000 persone e generando una profonda frattura tra mondo rurale e nuova realtà industriale. L’inquinamento delle acque si estende lungo la valle fin oltre Alessandria, a più di 100 Km di distanza dalla fabbrica. Nel 1929 l’azienda si converte alla produzione di coloranti, mentre gli abitanti della valle cominciano a sollevare accese proteste, denunciando l’impossibilità di utilizzare l’acqua dei pozzi. Il vino è imbevibile e la verdura sa di fenolo, così i campi e le vigne tornano gèrbido e i contadini sono costretti ad abbandonare le campagne. Gli anni ’50 vedono nelle province di Cuneo e Alessandria una massiccia mobilitazione popolare contro la fabbrica, che non sortirà però alcun effetto, soprattutto a causa di conflitti di responsabilità e competenza a livello istituzionale. Nel 1970 una Commissione ministeriale dichiara che il fiume Bormida è ormai “biologicamente morto”. Nel 1987 la valle viene dichiarata “area ad elevato rischio ambientale”, mentre una ricerca dimostra come nella zona i casi di cancro, soprattutto alla vescica, colpiscano la popolazione con una percentuale molto maggiore rispetto alla media nazionale. Gli operai si trovano costretti a scegliere tra diritto al lavoro e diritto alla salute. In quegli anni, sorgono in tutto il Piemonte comitati di protesta, tra cui l’Associazione per la Rinascita della Valle Bormida, che organizzano manifestazioni e propongono progetti di sviluppo alternativo: grazie a questa massiccia e a tratti epica mobilitazione popolare, sostenuta dalle Istituzioni locali e da svariate organizzazioni ambientaliste, viene accantonata l’ipotesi di realizzare un inceneritore di rifiuti all’interno dello stabilimento e nel 1999 l’Acna viene finalmente chiusa. Attualmente è in corso la bonifica dei terreni sottostanti il sito, nei quali è stata evidenziata la presenza di sostanze altamente cancerogene, come diossina e fenoli.

Immagini ad alta risoluzione su http://www.narramondo.it/acna/

Andrea Pierdicca. Nato il 05/12/75 a Osimo (AN), nel 2000 ha partecipato a un corso propedeutico di recitazione della scuola Galante Garrone di Bologna; nel 2003 si diploma alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova dove lavora con Massimo Mesciulam, Anna Laura Messeri e Marco Sciaccaluga. Dal 2003 collabora con la compagnia U.R.T. di Juri Ferrini, con il Teatro delle Moline di Bologna. Nel 2004 per il Lunezia festival lavora con Amedeo Minghi, Antonello Venditti, Carmen Consoli, Caparezza; nello stesso anno collabora con l’orchestra di Kiev diretta dal maestro Trasimeni. Nel 2005 per la regia di Gabriele Vacis è frate Lorenzo in “Romeo e Giulietta” prodotto dal Teatro Stabile di Torino. Dal 2004 collabora con Narramondo.

Nicola Pannelli. Nato a Como il 26 maggio 1966. Diplomato alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova nel 1991. Tre anni di canto lirico presso il conservatorio di musica "Niccolò Paganini" di Genova. In teatro ha lavorato principalmente con Cristina Pezzoli e Valerio Binasco; ha collaborato, tra gli altri per il Teatro Stabile di Genova con Benno Besson, Massimo Mesciulam, Marco Sciaccaluga, Guido De Ponticelli, Vittorio Gassman, per il Centro teatrale bresciano con Massimo Castri, per il Teatro Stabile del Veneto con J.Lassalle e Giuseppe Emiliani. Ha lavorato anche per il cinema ( tra gli altri 1999 Fandango Il partigiano Jonnhy regia Guido Chiesa) e la televisione (tra gli altri 2000 Love and War in the apennines- J.K Harrison).

Alessandro Hellmann. Nato a Genova nel 1971. Scrittore, poeta e autore di canzoni, ha vinto numerosi premi (tra cui il Premio Fabrizio De Andrè, conferito da Dori Ghezzi, il Premio Kult Underground, il Premio “F.I.Te.L.”, il Premio “Rassegna Pagine” e il premio della critica in svariate rassegne dedicate alla canzone d’autore e alla musica indipendente). Ha pubblicato la raccolta di poesie “La Persistenza delle Cose” (Prospettiva Editrice, 2004), pluripremiata e accolta con favore dalla critica, “Storia di nessuno” (Prospettiva Editrice, 2005) e il romanzo-inchiesta “Cent’anni di veleno – Il caso Acna: l’ultima guerra civile italiana” (Stampa Alternativa, 2005). I suoi racconti e le sue poesie sono presenti sulle più importanti riviste letterarie italiane. Compare inoltre in veste di autore e/o cantautore in numerosi dischi e compilation. Per maggiori informazioni www.alessandrohellmann.com

Estratti rassegna stampa del libro

"Un piccolo capolavoro di tecnica narrativa....non c'è che da sperare che in futuro ci sia qualche altro autore e qualche altra casa editrice, che abbia la costanza nella ricerca storica, la voglia politica e la capacità (quest'ultima è il "last but not least") di scrivere una cosa come questa sui tanti, troppi, punti nerissimi della storia che attraversano il nostro orizzonte ora. " (Marco Giorgini, Kult Virtual Press www.kultvirtualpress.com/articoli.asp?data=222)

“Un testo di alto valore letterario e umano” (M.T.S., Il Piccolo)

“Un libro che si legge tutto d'un fiato, scritto in uno stile diretto, con tempi incalzanti, condito da sarcasmo e amara ironia” (Lucia Barlocco, La Stampa)

"Narrando cent'anni di inquinamento e di collusione tra potere politico e industriale, la cronologia del caso Acna ci racconta una vicenda dimenticata nell'oblio dell'informazione usa e getta. "
(Simona Balestri, Mescalina /www.mescalina.it/libri/recensioni-libri.php?id)

"Dovrebbero leggerlo davvero a cominciare dagli studenti per individuare insospettate connessioni tra due colossi chimici italiani che a prima vista non diresti mai avessero avuto nulla a che fare tra loro."
(L'Acna e la IG Farben - L'Ancora Giulio Sardi www.lancora.com/monografie/saggi/acna_shoah_2006.html)

"Straordinario esempio di narrativa sociale, così lontana dai salotti e dai riflettori che accompagnano come zecche i Baricchi e le Melisse e così vicina, invece, alla grande narrativa sociale del '900"
(Marcello Baraghini www.stampalternativa.it/lettera22.php?categoria=13&id=623)

“Hellmann mette il dito nella piaga scorrendo nella sua cronaca fatti, manifestazioni, episodi, processi senza colpevoli, scontri, inchieste...”
(Alberto Parodi, Il Secolo XIX)

Friday, August 04, 2006

comunicato stampa dell' associazione per la rinascita della valle bormida

COMUNICATO STAMPA - 29/07/2006


ACCORDO DI GENOVA TRA LIGURIA ED ENI SULL’ACNA – ESCLUSA LA REGIONE PIEMONTE!


Il 26 luglio a Genova è stato presentato il protocollo d’intesa tra Regione Liguria, Provincia di Savona, Comune di Cengio, Filse, ENI e Ufficio del Commissario sulla reindustrializzazione del sito dell’ex ACNA.

In merito ai contenuti di questo accordo le associazioni operanti per la tutela del territorio della Valle Bormida, Associazione Rinascita ValleBormida, Valle Bormida Pulita e WWF di Acqui Terme hanno scritto alla Regione Piemonte in quanto si ritiene che, a questo punto, l’accordo di programma del dicembre 2000 non abbia più alcuna validità.

Dal comunicato di Liguria News, agenzia di stampa della giunta regionale ligure si evince infatti che il protocollo d’intesa non riguarda solo la reindustrializzazione dell’area in quanto “.. si stabiliscono i tempi della bonifica del sito che verrà completata entro il dicembre 2007 …”.

Anzitutto occorre rimarcare che, a nostro parere, la bonifica del sito non potrà affatto essere completata entro il dicembre 2007 visto che, ad esempio, per le aree esterne localizzate nel territorio di Saliceto, non è ancora stato presentato un progetto per la bonifica, nonostante sia ormai passato oltre un anno e mezzo dalla rimozione del precedente commissario Dr. Leoni.

Ci chiediamo inoltre come sia stato possibile escludere dal protocollo d’intesa la Regione Piemonte visto che il sito di “Cengio e Saliceto” è un sito di interesse nazionale ricadente anche sul suo territorio.

Altra questione fondamentale riguarda il fatto che, secondo il comunicato dell’agenzia di stampa della giunta regionale ligure, le aree sarebbero state “… acquisite da FILSE” società pubblica della Liguria per cui, se questo fosse vero, saremmo alquanto interessati di conoscere i termini del passaggio del “bidone” ex ACNA dall’ENI a questa società a capitale interamente pubblico.

Ci auguriamo vivamente che i vertici della Regione Piemonte si degnino finalmente di rispondere alle nostre lettere, visto che, anche se veniamo chiamati “ambientalisti”, in fondo siamo pur sempre abitanti di questa splendida Valle Bormida.


Maurizio Manfredi
ASSOCIAZIONE RINASCITA VALLEBORMIDA

dichiarazioni su riutilizzo del sito acna

ecco il link:

http://www.ivg.it/index.php/2006/07/27/acna-cengio-accordo-per-bonifica-e-reindustrializzazione/

da' forse problemi