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Thursday, January 31, 2008

raul gardini, totò riina, borsellino: arrivano le conferme e i provvedimenti giudiziari

da la repubblica:

http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/calcestruzzi-sicilia/soldi-ai-boss/soldi-ai-boss.html

CRONACA

Sequestrato il colosso del cemento: "Fondi neri per la mafia"Tra i fermati l'amministratore delegato, Mario Colombini

Soldi ai boss, in cella i vertici Calcestruzzi
dal nostro inviato SALVO PALAZZOLO
Soldi ai boss, in cella i vertici Calcestruzzi" src="http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/calcestruzzi-sicilia/soldi-ai-boss/dire_12143419_58510.jpg" width=230>
Gli interni della società siciliana CalcestruzziCALTANISSETTA - Diciannove giorni prima di morire, il 30 giugno 1992, era stato Paolo Borsellino a scoprire il segreto: "Alla Calcestruzzi spa è interessato Totò Riina", rivelò il pentito Leonardo Messina. Ma non restò altro tempo per indagare. Ci sono voluti ben sedici anni per far emergere i misteri del colosso italiano del cemento. E adesso, l'arresto dell'amministratore delegato dell'azienda bergamasca, Mario Colombini, suggerisce che questa non è solo una storia del passato, di quando Riina era in libertà. Secondo i magistrati nisseni, i vertici della Calcestruzzi avrebbero continuato a lavorare a fianco dei manager più fidati di Cosa nostra. Come ricompensa per i servizi e gli investimenti, il management della società avrebbe offerto ai padrini laute parcelle, prelevate dai fondi neri creati con una doppia gestione della produzione. Ovvero, il costo "mafia" sarebbe stato ammortizzato sul cemento destinato alle opere pubbliche: veniva dichiarata la consegna di una quantità, si caricava in betoniera molto meno. Un ex autista della Calcestruzzi arrestato nei mesi scorsi è il pentito che sta svelando ai magistrati tanti segreti, che non sarebbero solo siciliani. Per questa ragione, il gip Giovanbattista Tona ha disposto il sequestro dell'intera società e di un patrimonio che ammonta a 600 milioni di euro. Assieme a Colombini, sono finiti in manette anche Fausto Volante, direttore di zona per la Sicilia e la Campania di Calcestruzzi e due suoi ex predecessori, Francesco Librizzi e Giuseppe Laurino. Per tutti, le accuse sono di truffa, frode in pubbliche forniture e intestazione fittizia di beni, con l'aggravante di aver agevolato l'organizzazione mafiosa. Le indagini del reparto operativo dei carabinieri di Caltanissetta e del Gico della finanza hanno già acquisito una gran mole di documentazione dopo le ultime perquisizioni. Adesso, alla guida della Calcestruzzi c'è un amministratore giudiziario. Ma è già polemica nel mondo imprenditoriale. "Se l'azienda non si è adeguata alla ultime direttive di Confindustria, va subito estromessa", dice Vincenzo Divella, amministratore dell'omonima società e presidente della provincia di Bari: "Può essere un'occasione per fare pulizia. Al Sud, la mafia è ancora molto presente: quando entra in un'impresa non la lascia più".
Così sarebbe stato per la Calcestruzzi. "Non pagava neanche il pizzo - ha spiegato Angelo Siino, il ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra, oggi collaboratore di giustizia - la società era diretta emanazione dei Buscemi". Erano i manager prediletti di Riina e Provenzano, l'anello di collegamento con i dirigenti della Calcestruzzi in Sicilia: non è ancora chiaro quanto Raul Gardini avesse compreso le collusioni dei suoi manager. A Caltanissetta, è in corso da mesi un'altra inchiesta per scoprire le vere ragioni del suicidio del magnate di Ravenna, nel '93. Di certo c'è solo che i misteri di questa storia restano in un impianto di calcestruzzi nel cuore della Sicilia, a Riesi. Lì, il colosso del cemento arrivò negli anni Ottanta. Spiegano i pentiti: "Riina ordinò, non dobbiamo disturbarli". Oggi, Italcementi dice: "Piena collaborazione con la magistratura, rifiuto di qualsiasi contiguità. Da qualche tempo, individuate le irregolarità, avevamo già sospeso l'attività in Sicilia". (31 gennaio 2008)

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